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Tito Flàvio Vespasiano.

Imperatore romano. Figlio di Vespasiano e di Flavia Domitilla, combatté a fianco del padre nella guerra giudaica, contribuendo in maniera decisiva al buon esito di numerose operazioni belliche. Avuto incarico dal padre, acclamato imperatore nel 69, di porre fine alla guerra, assediò e conquistò Gerusalemme (70); del trionfo che gli fu tributato l'anno successivo resta memoria nell'arco eretto sulla via Sacra. Divenuto sempre in quell'anno coreggente nell'Impero, nel 79 successe al padre, nonostante l'opposizione di parte dell'opinione pubblica che non gli perdonava l'eccessiva durezza mostrata nei confronti dei suoi nemici. T. seppe, però, affrontare adeguatamente la situazione e il suo potere non venne più messo in discussione (Terenzio Massimo, che aveva usurpato il potere in Asia Minore, fu facilmente sconfitto). Sotto il suo Regno, si ebbe un notevole sviluppo edilizio, con la costruzione dell'anfiteatro Flavio (inaugurato nell'80) e delle terme che portano il suo nome e la riparazione dell'acquedotto e di numerose strade; sul fronte militare, invece, i successi più significativi furono riportati da Agrippa in Britannia, con l'estensione del dominio romano fino alla linea Clota-Bodotria. Funestarono il suo Regno l'eruzione del Vesuvio (79) che distrusse Ercolano e Pompei e un incendio a Roma che distrusse il tempio di Giove sul Campidoglio, la domus Tiberiana sul Palatino, il Pantheon e le terme di Agrippa. La figura di T. ispirò due tragedie, una di J. Racine (Bérenice, 1670) e una di P. Corneille (Tite et Bérenice, 1670), entrambe incentrate sulla relazione che egli ebbe con la giudea Berenice, e un melodramma di P. Metastasio (La clemenza di Tito, 1734) (Roma 39 - Clotilia 81).